I playout Rostislav Cada se li ricorda bene, malgrado siano trascorsi otto anni. Correva la stagione 2000-01, il ceco fungeva all’epoca da assistente del canadese Pierre Pagé. L’ Ambrì concluse la «regular season» al decimo posto e si ritrovò a giocare per la salvezza, affrontando il Coira nel primo turno: logica vittoria 4-1 dei biancoblù e tutti a casa. Anche Pagé, che poche settimane dopo fu cacciato: al suo posto venne promosso proprio «Roccia».
«Come posso dimenticare quell’esperienza? L’ Ambrì si ritrovò nei playout malgrado avesse altri obiettivi e grazie alla forza e al valore del suo gruppo, composto da giocatori come Pauli Jaks, Rohlin, Gianini, Bobillier o Fritsche, riuscì a reagire alle avversità e vinse abbastanza agevolmente. Ricordo, tuttavia, che alla vigilia della delicata serie, nello spogliatoio, si avvertiva nervosismo, preoccupazione: stati d’animo d’altronde comprensibili quando ci si ritrova nei playout».
Quali analogie vi sono tra l’avventura di allora e quella ormai alle porte?
«Sono due situazioni abbastanza diverse:all’epoca lavoravo con il gruppo da parecchi mesi anche se in veste di assistente, quest’anno di tempo a disposizione ne ho avuto poco essendo entrato in carica solo verso metà dicembre. Da questo punto di vista mi reputo un po’ svantaggiato, ma sotto la mia gestione la squadra ha risposto alle sollecitazioni e quindi sono fiducioso. Per raggiungere i risultati ci vuole sempre collaborazione tra staff tecnico e giocatori: e da parte di questi ultimi vedo la massima disponibilità».
Il vostro avversario è il Rapperswil, che ha chiuso appena davanti a voi il girone di qualificazione:
«Innanzitutto tengo a sottolineare che l’avversario non l’abbiamo scelto noi, ce l’ha riservato la classifica: non abbiamo mai speculato sul nome della squadra che avremmo affrontato e la vittoria contro il Servette nell’ultima giornata si è rivelata preziosa per il morale, è stata un’iniezione di fiducia. Venivamo da una serie negativa e averla interrotta proprio alla vigilia della fase decisiva è sicuramente di buon auspicio. Sul Rapperswil cosa posso dire? È una squadra offensiva, veloce, che vanta due attaccanti in particolare molto pericolosi:mi riferisco agli stranieri Roest e Nordgren, tra i primi marcatori del campionato, ma non dimenticherei Burkhalter, un giocatore che conosco bene e che possiede grandi doti realizzative. Il Rapperswil è una squadra creativa, insomma, mentre la difesa non è il suo punto forte, sebbene nelle ultime settimane vi siano stati dei chiari miglioramenti».
State studiando nel dettaglio il Rapperswil? E cosa dovrete fare per provare ad avere la meglio nella serie?
«Io e ilmioassistente Luca Cereda abbiamo studiato bene l’avversario ma la squadra da noi ha ricevuto solo le informazioni necessarie sul Rapperswil. Resto dell’avviso che troppa teoria non faccia bene e vada a scapito del lavoro sul ghiaccio, ben più importante. E poi, tante indicazioni alla fine finiscono solo per confondere i giocatori. Prima ho parlato di un paio di elementi del Rapperswil:ecco, dovremo essere bravi a limitarne il raggio d’azione, a contenerli. Fondamentale sarà l’approccio alle partite: voglio che l’ Ambrì torni a tirare fuori la grinta, la determinazione e l’aggressività, qualità per noi imprescindibili».
C’è preoccupazione per lo stato di salute di due «big» come Westrum e soprattutto Krizan: come stanno?
«Per quel che riguarda Krizan, la diagnosi è molto chiara e non è preoccupante: si tratta di un’infiammazione a un ginocchio che gli crea un po’ di fastidio. Alla peggio, si sottoporrà a qualche infiltrazione, ma non dovrebbe mancare l’appuntamento. In ogni caso, le ultime due partite sono servite per valutare anche Giacomo Beltrametti, nel caso ci fosse bisogno di lui nei playout. Dobbiamo essere pronti a tutte le eventualità, anche a quella di non avere a disposizione Krizan: ma in ogni caso inizieremo con lui. Quanto a Westrum, è da oltre una settimana che non scende sul ghiaccio e aspettiamo la valutazione dei medici e quella del giocatore per decidere se giocherà o meno. Rispetto a Krizan, si tratta di un caso un po’ più complicato, che si trascina ormai da qualche mese. Quel che è certo, è che mai come in questo momento abbiamo bisogno di giocatori che siano al “top” della condizione».
Nei playout avrete anche bisogno del sostegno dei tifosi, che negli ultimi tempi vi hanno un po’ abbandonato:
«Dobbiamo rinconquistare il nostro pubblico, recuperare un rapporto che per noi è fondamentale. Per un po’ i supporter ti perdonano la mancanza di risultati, ma alla lunga... perdono la pazienza. Il mio desiderio è rivedere nei playout una Valascia “calda”. Vorrà dire che siamo riusciti a riconquistare la fiducia dei nostri affezionati tifosi».
Paride Pelli
«Come posso dimenticare quell’esperienza? L’ Ambrì si ritrovò nei playout malgrado avesse altri obiettivi e grazie alla forza e al valore del suo gruppo, composto da giocatori come Pauli Jaks, Rohlin, Gianini, Bobillier o Fritsche, riuscì a reagire alle avversità e vinse abbastanza agevolmente. Ricordo, tuttavia, che alla vigilia della delicata serie, nello spogliatoio, si avvertiva nervosismo, preoccupazione: stati d’animo d’altronde comprensibili quando ci si ritrova nei playout».
Quali analogie vi sono tra l’avventura di allora e quella ormai alle porte?
«Sono due situazioni abbastanza diverse:all’epoca lavoravo con il gruppo da parecchi mesi anche se in veste di assistente, quest’anno di tempo a disposizione ne ho avuto poco essendo entrato in carica solo verso metà dicembre. Da questo punto di vista mi reputo un po’ svantaggiato, ma sotto la mia gestione la squadra ha risposto alle sollecitazioni e quindi sono fiducioso. Per raggiungere i risultati ci vuole sempre collaborazione tra staff tecnico e giocatori: e da parte di questi ultimi vedo la massima disponibilità».
Il vostro avversario è il Rapperswil, che ha chiuso appena davanti a voi il girone di qualificazione:
«Innanzitutto tengo a sottolineare che l’avversario non l’abbiamo scelto noi, ce l’ha riservato la classifica: non abbiamo mai speculato sul nome della squadra che avremmo affrontato e la vittoria contro il Servette nell’ultima giornata si è rivelata preziosa per il morale, è stata un’iniezione di fiducia. Venivamo da una serie negativa e averla interrotta proprio alla vigilia della fase decisiva è sicuramente di buon auspicio. Sul Rapperswil cosa posso dire? È una squadra offensiva, veloce, che vanta due attaccanti in particolare molto pericolosi:mi riferisco agli stranieri Roest e Nordgren, tra i primi marcatori del campionato, ma non dimenticherei Burkhalter, un giocatore che conosco bene e che possiede grandi doti realizzative. Il Rapperswil è una squadra creativa, insomma, mentre la difesa non è il suo punto forte, sebbene nelle ultime settimane vi siano stati dei chiari miglioramenti».
State studiando nel dettaglio il Rapperswil? E cosa dovrete fare per provare ad avere la meglio nella serie?
«Io e ilmioassistente Luca Cereda abbiamo studiato bene l’avversario ma la squadra da noi ha ricevuto solo le informazioni necessarie sul Rapperswil. Resto dell’avviso che troppa teoria non faccia bene e vada a scapito del lavoro sul ghiaccio, ben più importante. E poi, tante indicazioni alla fine finiscono solo per confondere i giocatori. Prima ho parlato di un paio di elementi del Rapperswil:ecco, dovremo essere bravi a limitarne il raggio d’azione, a contenerli. Fondamentale sarà l’approccio alle partite: voglio che l’ Ambrì torni a tirare fuori la grinta, la determinazione e l’aggressività, qualità per noi imprescindibili».
C’è preoccupazione per lo stato di salute di due «big» come Westrum e soprattutto Krizan: come stanno?
«Per quel che riguarda Krizan, la diagnosi è molto chiara e non è preoccupante: si tratta di un’infiammazione a un ginocchio che gli crea un po’ di fastidio. Alla peggio, si sottoporrà a qualche infiltrazione, ma non dovrebbe mancare l’appuntamento. In ogni caso, le ultime due partite sono servite per valutare anche Giacomo Beltrametti, nel caso ci fosse bisogno di lui nei playout. Dobbiamo essere pronti a tutte le eventualità, anche a quella di non avere a disposizione Krizan: ma in ogni caso inizieremo con lui. Quanto a Westrum, è da oltre una settimana che non scende sul ghiaccio e aspettiamo la valutazione dei medici e quella del giocatore per decidere se giocherà o meno. Rispetto a Krizan, si tratta di un caso un po’ più complicato, che si trascina ormai da qualche mese. Quel che è certo, è che mai come in questo momento abbiamo bisogno di giocatori che siano al “top” della condizione».
Nei playout avrete anche bisogno del sostegno dei tifosi, che negli ultimi tempi vi hanno un po’ abbandonato:
«Dobbiamo rinconquistare il nostro pubblico, recuperare un rapporto che per noi è fondamentale. Per un po’ i supporter ti perdonano la mancanza di risultati, ma alla lunga... perdono la pazienza. Il mio desiderio è rivedere nei playout una Valascia “calda”. Vorrà dire che siamo riusciti a riconquistare la fiducia dei nostri affezionati tifosi».
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