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    INTERVISTA Fransson, prime parole in bianconero

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    INTERVISTA Fransson, prime parole in bianconero Empty INTERVISTA Fransson, prime parole in bianconero

    Messaggio Da Mirna Ven 23 Gen 2009, 10:29

    Il nuovo difensore svedese del Lugano sarà sul
    ghiaccio questa sera a Bienne. Arrivato mercoledì sera in Ticino, il
    23.enne affronta con grande motivazione l’esperienza in Svizzera


    È arrivato in Ticino mercoledì sera, ieri mattina ha svolto il
    pri­mo allenamento con i suoi nuovi compagni e questa sera farà il suo
    esordio nella trasferta di Bienne. Johan Fransson, il 23.enne
    difen­sore ingaggiato dal Linköping, è pronto ad aiutare un Lugano
    re­duce da tre sconfitte consecutive a cogliere il primo successo
    del­l’era Hannu Virta. Le indicazioni scaturite dall’allenamento di
    ieri dicono che dovrebbe giocare in coppia con Krister Cantoni:
    dif­ficile, se non impossibile, farsi un’idea delle qualità del giovane
    scandinavo, che impressiona co­munque per la qualità e l’elegan­za del
    pattinaggio. Le telecame­re e gli obiettivi dei fotografi so­no tutti
    per lui e Fransson sem­bra quasi sorpreso da questa im­provvisa
    popolarità. Parla con un filo di voce, lo svedese: «Quando il Lugano mi
    ha contattato -spie­ga - ho discusso con un paio di persone in Svezia.
    Mi hanno det­to che la città è splendida e che il potenziale della
    squadra è otti­ma. Sono qui per dare il massi­mo e per aiutare il
    Lugano a rag­giungere obiettivi ambiziosi».

    Cosa ha spinto Johan Fransson a la­sciare il
    Linköping, squadra che gui­da il massimo campionato svedese insieme
    all’ HV 71 di un certo Kent Jo­hansson?

    «Gli ultimi mesi a Linköping non sono stati molto positivi, a livel­lo
    personale. Ho avuto poco spa­zio e desideravo giocare di più:l’­ho
    fatto presente alla dirigenza del club svedese e abbiamo tro­vato una
    soluzione abbastanza rapidamente. Ecco perché ho de­ciso di tentare
    questa nuova av­ventura, che mi stuzzica parec­chio».
    Cosa sa, Johan Fransson, dell’hockey rossocrociato?
    «So che qui da voi si gioca un hoc­key molto veloce, che ci sono
    pa­recchi ottimi giocatori sia a livel­lo di tecnica individuale che di
    pattinaggio. Non vedo l’ora di scendere sul ghiaccio domani (stasera
    per chi legge, ndr). Se co­noscevo già qualche giocatore del Lugano?
    Sì, Petteri Nummelin e Patrick Thoresen.
    Che tipo di giocatore è Johan Fran­sson?
    «Non è mai facile parlare di se stessi, ma posso dire di essere un
    elemento a cui piace pattinare pa­recchio e muovere molto il disco. Mi
    piace offrire un buon contri­buto in fase offensiva, anche se rimango
    prima di tutto un difen­sore».
    I Dallas Stars ti hanno «draftato» nel 2004: la NHL rimane un obiettivo pri­mario?
    «No, non direi, nel senso che al momento non ci penso troppo. Certo, a
    chi non piacerebbe po­ter giocare un giorno nella massi­ma Lega
    nordamericana? Per adesso, però, non ne faccio una malattia. A
    Linköping, come det­to, non avevo molto spazio per mettermi in
    evidenza: ecco allo­ra che questa esperienza a Luga­no potrà servirmi
    da trampolino per dare un nuovo slancio alla mia carriera».
    Sei venuto in Svizzera per giocare di più, ma anche a
    Lugano troverai con­correnza, visto che i posti per gli stra­nieri sono
    solo quattro...

    «Sì, ma la situazione è totalmen­te diversa. La concorrenza non mi
    spaventa: non sarà facile tro­vare un posto fisso in squadra, ma farò
    di tutto per convincere lo staff tecnico».
    A cominciare da questa sera a Bienne...
    Flavio Viglezio

    Corriere del Ticino
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    INTERVISTA Fransson, prime parole in bianconero Empty Re: INTERVISTA Fransson, prime parole in bianconero

    Messaggio Da Mirna Ven 23 Gen 2009, 10:47

    Nel “viavai” di stranieri Fransson si gode il momento
    I bianconeri vanno a Bienne poi ospitano il leader Kloten

    di OMAR MESHALE

    Sterilità offensiva e rinforzi difensi­vi. È questa la “strana”
    miscela che cir­cola nel serbatoio bianconero. Luga­no che dopo il 7-0
    al Rapperswil (con tripletta di Murray) si è bloccato di schianto. Un
    gol (e due autoreti) nel derby, 1 gol (ancora di Murray) a Lan­gnau , 1
    gol (guarda caso di Murray) al Friborgo, 1 gol (con assist decisivo
    di... Murray) alle Vernets. Questo il magro bilancio raccolto dai
    giocatori bianco­neri nelle ultime quattro uscite.
    Cosa ci fa allora un difensore alla vo­ce “nuovi arrivi”? «Un
    acquisto del ge­nere era comunque in preventivo, nel caso Nummelin
    abbia avuto proble­mi nei playoff – ci spiega il tecnico fin­landese
    Hannu Virta – Fransson ha ec­cellenti caratteristiche: sa rivestire
    di­versi ruoli, ha un ottimo pattinaggio e muove benissimo il puck.
    Adesso dobbiamo dare un po’ di tempo a Johan per ritrovare il ritmo».
    Già, trovare il ritmo. Concetto che sem­bra integrato nel DNA degli
    stranieri bianconeri, turnover o meno. I proble­mi cardiaci di
    Robitaille, il ginocchio di Domenichelli, la contrattura di Nummelin.
    Tutti contrattempi che necessitano tempo per guarire, ma so­prattutto
    partite per ritrovare le miglio­ri sensazioni. Non fa eccezione il
    nuo­vo rinforzo svedese, il cui cartellino NHL è in mano ai Los Angeles
    Kings, ma che negli ultimi due mesi ha accu­mulato... 10 minuti
    complessivi di ghiaccio. Ci rivolgiamo allora diretta­mente al nuovo
    numero 18 biancone­ro, per capire quali sono gli atout di un giocatore
    che non trovava più spazio nella squadra leader (ma con l’ottava difesa
    della lega...) del campionato sve­dese.
    Dal primo posto nella Elitserien svede­se con il Linköping a Lugano, perché?
    In Svezia stavo vivendo un momento particolarmente difficile. Il fatto
    di gio­care molto poco ha sicuramente in­fluenzato la mia scelta. Dieci
    minuti di ghiaccio in due mesi sono davvero po­chi e al momento non
    vedevo grosse prospettive per me in Svezia. Ho sen­tito parlare molto
    bene di Lugano. Co­nosco gli altri scandinavi della squa­dra, Nummelin
    e Thoresen. La città è bella e le persone molto disponibili. Sentivo
    che era giunto il momento di provare qualcosa di nuovo, e le prime
    impressioni sulla squadra sono sicu­ramente positive. So che sarà
    sicura­mente difficile, ma darò il massimo per farmi apprezzare.
    Conosci già l’hockey svizzero?
    Qui si gioca un hockey molto veloce. Ci sono dei giocatori molto validi
    e con grandi qualità. Sarà sicuramente diver­tente scendere in pista.
    Che giocatore è Johan Fransson?
    Premesso che è sempre difficile par­lare di se stessi, penso comunque
    di essere un giocatore completo con di­verse qualità. Mi reputo un
    difensore offensivo a cui piace tantissimo patti­nare e muovere il
    disco in continua­zione.
    Il Lugano di oggi è una squadra alle pre­se con una
    marcata sterilità offensiva. Che ruolo può giocare in questa
    situazio­ne un difensore?

    Non ero a conoscenza di questo aspet­to. Comunque darò sicuramente il
    mio aiuto alla squadra anche nel realizza­re delle reti. Ripeto, sarà
    sicuramente divertente giocare qui.
    A Lugano avrai probabilmente più spa­zio. Sarà un nuovo inizio per Johan Frans­son anche in ottica NHL?
    Sicuro! Ho colto questa occasione an­che per rilanciarmi personalmente,
    ma non guardo più in là di questa esperienza. Spero un giorno di
    riten­tare l’avventura nordamericana, ma al momento questo obiettivo
    non rap­presenta una priorità.
    Sapevi del limite di quattro stranieri in Svizzera?
    Quando recupereranno tutti gli infortunati, vi ritroverete in 5... anzi
    molto più probabilmente in 6.

    La situazione rispetto a Linkoping è si­curamente diversa. Vi sarà
    grande battaglia in squadra per meritarsi un posto. Ripeto, sono qui
    per dare il mio meglio e ritrovare le migliori sensazio­ni sul ghiaccio.

    Giornale del Popolo

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