Buon debutto di Fransson, mentre Pohl finirà la stagione a Göteborg
di PIERGIORGIO GIAMBONINI
BIENNE - Ben venga, al quarto tentativo e per quanto non “piena”, la
prima vittoria della gestione Virta-Bertaggia, e con essa pure la prima
partita chiusa segnando più d’un gol. Ben vengano, ma non illudano:
perché l’attuale Lugano non può assolutamente illudere, né illudersi.
Gli ci vorrà insomma ben altro già stasera alla Resega per farsela
fuori con il Kloten capolista, e più in generale gli ci vorrà ben altro
per poter alzare la mira in prospettiva playoff. Gli ci vorrà, certo,
una difesa con maggiore costanza, personalità e fisicità, ma
soprattutto un assetto offensivo che produca parecchio di più di quel
clamoroso poco che sta producendo di questi tempi.
Quello che scende in pista attualmente in... maglia HCL è in effetti
un motore diesel di limitata potenza, insufficiente sia per
capitalizzare come occorrebbe le (tutto sommato sufficienti) occasioni
create, sia per riuscire a cambiare ritmo a partita in corso. Ecco, al
Lugano attuale manca totalmente l’esplosività. E il prezzo da pagare
sono i punti persi per strada uno dopo l’altro, l’ennesimo appunto ieri
sera a Bienne, in una partita che i bianconeri avrebbero potuto e
dovuto chiudere con largo anticipo. E che invece hanno finito per
vincere solo ai rigori dopo essersi fatti raggiungere al 56’23” quando
Ehrensperger ha avuto la furbizia di utilizzare come “sponda” un
Aebischer fuori posizione. Seconda indecisione, peraltro, del portiere
luganese, dopo quella che a metà primo tempo era costata il gol
d’apertura di Fata (pure quello in superiorità numerica) sul primo tiro
in porta da parte del Bienne...Al di là delle reti segnate dal solito
Murray al 25’ (e fanno venti!) e da Chiesa in power-play al 43’, il
Lugano – orfano ieri anche di Lemm, e dal 45’ ridotto a tre sole linee
– prima di incassare il 2-2 ha avuto come detto occasioni a
sufficienza, per quanto non frequentissime, per mettersi al sicuro, e
le ha avute soprattutto con Thoresen e Robitaille. Ma il norvegese sta
attraversando un periodo di scarsa lucidità, mentre il canadese
persiste nel suo hockey “slow motion” e rimane fermo (incredibile, ma
vero) a quell’unico gol segnato in stagione, datato 24 ottobre. I due,
ad ogni buon conto, i loro unici veri guizzi della serata se li sono
però tenuti in caldo per quelli che sono poi risultati i decisivi
rigori, e allora per stavolta può anche andar benino così. Fermo
restando che questo punto perso, e fors’anche regalato, costa al
Lugano il ricongiungimento del Ginevra al quinto ed ora appunto
pericolante posto in classifica.
Bene, per contro, l’esordiente Johan Fransson: il ragazzo svedese ci
sa fare, difende e “spinge”, pattina e contrasta, appoggia e tira.
Insomma: è e sarà utile. Tanto più che nella migliore delle ipotesi
Domenichelli lo si rivedrà in pista solo con l’inizio dei playoff, e
che Pohl è stato (giustamente) cacciato e – dopo un viaggio - lampo
negli USA – finirà la stagione in Svezia con i Frölunda Indians di
Göteborg. Utile oggi, insomma, Fransson, ed utile anche quando
rientrerà Nummelin: che potrebbe, tra l’altro, averne per un periodo
più lungo della settimana sperata.
Giornale del Popolo
di PIERGIORGIO GIAMBONINI
BIENNE - Ben venga, al quarto tentativo e per quanto non “piena”, la
prima vittoria della gestione Virta-Bertaggia, e con essa pure la prima
partita chiusa segnando più d’un gol. Ben vengano, ma non illudano:
perché l’attuale Lugano non può assolutamente illudere, né illudersi.
Gli ci vorrà insomma ben altro già stasera alla Resega per farsela
fuori con il Kloten capolista, e più in generale gli ci vorrà ben altro
per poter alzare la mira in prospettiva playoff. Gli ci vorrà, certo,
una difesa con maggiore costanza, personalità e fisicità, ma
soprattutto un assetto offensivo che produca parecchio di più di quel
clamoroso poco che sta producendo di questi tempi.
Quello che scende in pista attualmente in... maglia HCL è in effetti
un motore diesel di limitata potenza, insufficiente sia per
capitalizzare come occorrebbe le (tutto sommato sufficienti) occasioni
create, sia per riuscire a cambiare ritmo a partita in corso. Ecco, al
Lugano attuale manca totalmente l’esplosività. E il prezzo da pagare
sono i punti persi per strada uno dopo l’altro, l’ennesimo appunto ieri
sera a Bienne, in una partita che i bianconeri avrebbero potuto e
dovuto chiudere con largo anticipo. E che invece hanno finito per
vincere solo ai rigori dopo essersi fatti raggiungere al 56’23” quando
Ehrensperger ha avuto la furbizia di utilizzare come “sponda” un
Aebischer fuori posizione. Seconda indecisione, peraltro, del portiere
luganese, dopo quella che a metà primo tempo era costata il gol
d’apertura di Fata (pure quello in superiorità numerica) sul primo tiro
in porta da parte del Bienne...Al di là delle reti segnate dal solito
Murray al 25’ (e fanno venti!) e da Chiesa in power-play al 43’, il
Lugano – orfano ieri anche di Lemm, e dal 45’ ridotto a tre sole linee
– prima di incassare il 2-2 ha avuto come detto occasioni a
sufficienza, per quanto non frequentissime, per mettersi al sicuro, e
le ha avute soprattutto con Thoresen e Robitaille. Ma il norvegese sta
attraversando un periodo di scarsa lucidità, mentre il canadese
persiste nel suo hockey “slow motion” e rimane fermo (incredibile, ma
vero) a quell’unico gol segnato in stagione, datato 24 ottobre. I due,
ad ogni buon conto, i loro unici veri guizzi della serata se li sono
però tenuti in caldo per quelli che sono poi risultati i decisivi
rigori, e allora per stavolta può anche andar benino così. Fermo
restando che questo punto perso, e fors’anche regalato, costa al
Lugano il ricongiungimento del Ginevra al quinto ed ora appunto
pericolante posto in classifica.
Bene, per contro, l’esordiente Johan Fransson: il ragazzo svedese ci
sa fare, difende e “spinge”, pattina e contrasta, appoggia e tira.
Insomma: è e sarà utile. Tanto più che nella migliore delle ipotesi
Domenichelli lo si rivedrà in pista solo con l’inizio dei playoff, e
che Pohl è stato (giustamente) cacciato e – dopo un viaggio - lampo
negli USA – finirà la stagione in Svezia con i Frölunda Indians di
Göteborg. Utile oggi, insomma, Fransson, ed utile anche quando
rientrerà Nummelin: che potrebbe, tra l’altro, averne per un periodo
più lungo della settimana sperata.
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