Quella in corso dovrebbe essere l’ultima stagione
per il difensore bianconero. "Potrei continuare – spiega il ticinese –
ma a 36 anni è giunto il momento di pensare ad altro. Sono in
trattativa con il club per un incarico a tempo pieno a livello di
settore giovanile: una sfida che mi stuzzica parecchio"
C’è un momento, in ogni carriera, in cui un giocatore è chiamato
a prendere una decisione tanto importante quanto difficile: smettere o
continuare? Questo momento sembra essere arrivato anche per Krister
Cantoni: per il difensore del Lugano quella in corso dovrebbe (a meno
di ripensamenti dell’ultima ora...) essere l’ultima stagione ad alti
livelli. «Fisicamente e mentalmente – spiega Cantoni – mi sentirei
pronto ad andare avanti. Ad aprile avrò però 36 anni e ritengo che sia
giunto il momento di pensare seriamente al mio futuro. E di lasciare
spazio ai giovani che stanno crescendo sempre più, come Chiesa e
Nodari».
Cosa farà allora, da grande, Krister Cantoni?
«Nulla è ancora deciso al 100%, ma sono in trattativa con il Lugano
per un incarico a tempo pieno a livello di settore giovanile. Da
quest’anno mi occupo già dei Piccolo 1 e non nascondo che una sfida
professionale con i ragazzi mi stuzzicherebbe parecchio. Mi auguro
dunque di poter trovare un accordo con il club».
Intanto il Lugano targato Virta e Bertaggia ha sì
vinto all’«overtime» le ultime due partite contro Bienne e Kloten, ma
attende ancora il primo successo pieno. A che punto siete?
«Quando si cambia un allenatore perché le cose vanno male di solito
si assiste ad una reazione da parte della squadra. Nel nostro caso,
invece, è successo un po’ il contrario: c’è stata una piccola
involuzione, che reputo però normale. Il primo obiettivo di Virta e
Bertaggia era quello di stabilizzare la fase difensiva ed infatti
nelle ultime partite abbiamo incassato poche reti. Adesso ci stiamo
concentrando maggiormente sull’attacco, ma ci vuole un po’ di
pazienza. Il nuovo allenatore non ha stravolto il nostro gioco, ma dopo
tanti mesi con John Slettvoll serve un po’ di tempo per assimilare i
nuovi schemi».
Concretamente cosa vi chiede di diverso Virta rispetto a Slettvoll?
«Come detto, il tecnico finlandese si è immediatamente concentrato
sulla difesa. Abbiamo analizzato insieme alcuni video, cercando poi
di migliorarci sul ghiaccio. Quando ci si concentra in particolare su
un aspetto del gioco, si tende involontariamente a tralasciarne altri.
Il prossimo traguardo è quello di trovare il giusto equilibrio tra
attacco e difesa, che ci è spesso mancato in stagione».
È davvero importante ottenere un posto tra le prime quattro squadre in vista dei playoff?
«Questo è il solito discorso che torna puntualmente ogni anno a poche
settimane dall’inizio dei playoff. Ritengo personalmente che per noi
sia molto più importante raggiungere un certo livello di gioco prima
della fase decisiva del campionato. La posizione in classifica,
l’avversario, la partita in più o in meno in casa: sono tutte questioni
che lasciano il tempo che trovano».
Berna in trasferta questa sera e Davos domani alla Resega sono test interessantissimi, in questo senso...
«Assolutamente sì. Ma proprio per il discorso fatto in precedenza,
sia due vittorie che due sconfitte sarebbero da relativizzare».
Krister Cantoni sta giocando in coppia con Johan
Fransson, lo svedese che ha lasciato un’ottima impressione nelle due
partite fin qui giocate in maglia bianconera...
«Johan si è integrato benissimo nel nostro spogliatoio: è una persona
molto simpatica, che ha portato a Lugano tanto buonumore e una gran
voglia di giocare. D’altra parte lo si è visto contro Bienne e
Kloten. È un giocatore che ha grandi qualità: ritengo che il Lugano
sia stato bravo e fortunato a trovare un elemento di questo calibro a
stagione inoltrata».
Flavio Viglezio
Corriere del Ticino
per il difensore bianconero. "Potrei continuare – spiega il ticinese –
ma a 36 anni è giunto il momento di pensare ad altro. Sono in
trattativa con il club per un incarico a tempo pieno a livello di
settore giovanile: una sfida che mi stuzzica parecchio"
C’è un momento, in ogni carriera, in cui un giocatore è chiamato
a prendere una decisione tanto importante quanto difficile: smettere o
continuare? Questo momento sembra essere arrivato anche per Krister
Cantoni: per il difensore del Lugano quella in corso dovrebbe (a meno
di ripensamenti dell’ultima ora...) essere l’ultima stagione ad alti
livelli. «Fisicamente e mentalmente – spiega Cantoni – mi sentirei
pronto ad andare avanti. Ad aprile avrò però 36 anni e ritengo che sia
giunto il momento di pensare seriamente al mio futuro. E di lasciare
spazio ai giovani che stanno crescendo sempre più, come Chiesa e
Nodari».
Cosa farà allora, da grande, Krister Cantoni?
«Nulla è ancora deciso al 100%, ma sono in trattativa con il Lugano
per un incarico a tempo pieno a livello di settore giovanile. Da
quest’anno mi occupo già dei Piccolo 1 e non nascondo che una sfida
professionale con i ragazzi mi stuzzicherebbe parecchio. Mi auguro
dunque di poter trovare un accordo con il club».
Intanto il Lugano targato Virta e Bertaggia ha sì
vinto all’«overtime» le ultime due partite contro Bienne e Kloten, ma
attende ancora il primo successo pieno. A che punto siete?
«Quando si cambia un allenatore perché le cose vanno male di solito
si assiste ad una reazione da parte della squadra. Nel nostro caso,
invece, è successo un po’ il contrario: c’è stata una piccola
involuzione, che reputo però normale. Il primo obiettivo di Virta e
Bertaggia era quello di stabilizzare la fase difensiva ed infatti
nelle ultime partite abbiamo incassato poche reti. Adesso ci stiamo
concentrando maggiormente sull’attacco, ma ci vuole un po’ di
pazienza. Il nuovo allenatore non ha stravolto il nostro gioco, ma dopo
tanti mesi con John Slettvoll serve un po’ di tempo per assimilare i
nuovi schemi».
Concretamente cosa vi chiede di diverso Virta rispetto a Slettvoll?
«Come detto, il tecnico finlandese si è immediatamente concentrato
sulla difesa. Abbiamo analizzato insieme alcuni video, cercando poi
di migliorarci sul ghiaccio. Quando ci si concentra in particolare su
un aspetto del gioco, si tende involontariamente a tralasciarne altri.
Il prossimo traguardo è quello di trovare il giusto equilibrio tra
attacco e difesa, che ci è spesso mancato in stagione».
È davvero importante ottenere un posto tra le prime quattro squadre in vista dei playoff?
«Questo è il solito discorso che torna puntualmente ogni anno a poche
settimane dall’inizio dei playoff. Ritengo personalmente che per noi
sia molto più importante raggiungere un certo livello di gioco prima
della fase decisiva del campionato. La posizione in classifica,
l’avversario, la partita in più o in meno in casa: sono tutte questioni
che lasciano il tempo che trovano».
Berna in trasferta questa sera e Davos domani alla Resega sono test interessantissimi, in questo senso...
«Assolutamente sì. Ma proprio per il discorso fatto in precedenza,
sia due vittorie che due sconfitte sarebbero da relativizzare».
Krister Cantoni sta giocando in coppia con Johan
Fransson, lo svedese che ha lasciato un’ottima impressione nelle due
partite fin qui giocate in maglia bianconera...
«Johan si è integrato benissimo nel nostro spogliatoio: è una persona
molto simpatica, che ha portato a Lugano tanto buonumore e una gran
voglia di giocare. D’altra parte lo si è visto contro Bienne e
Kloten. È un giocatore che ha grandi qualità: ritengo che il Lugano
sia stato bravo e fortunato a trovare un elemento di questo calibro a
stagione inoltrata».
Flavio Viglezio
Corriere del Ticino
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